Lo schema del nostro corpo sottile coincide, fino ad essere quasi sovrapponibile, con quello del sistema nervoso studiato dalla medicina occidentale. Si contano, infatti, tre canali di energia – il sinistro, il destro e il centrale – che corrispondono, in sostanza, ai tre aspetti del sistema nervoso autonomo: i sistemi simpatici (che reagiscono agli impulsi esterni) di sinistra e destra, e il sistema parasimpatico (che regola attività spontanee quali, ad esempio, la respirazione).

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Analizzeremo ora, schematicamente, le principali caratteristiche dei canali energetici e le tecniche che abbiamo a disposizione per mantenerli in equilibrio.

Il canale sinistro è il canale energetico emotivo, lunare, femminile, rivolto al passato, quello che nel Tao è chiamato Yin e nella tradizione yogica il Tamo Guna. Esso parte dal Mooladhara (letteralmente “supporto della radice”), centro fondamentale e sede della nostra innocenza, e arriva al Superego, dove si accumulano ricordi e condizionamenti.

Se la nostra attenzione indugia troppo sul canale sinistro si crea uno squilibrio energetico che crea ripercussioni evidenti sulla nostra personalità: diveniamo letargici, malinconici, insicuri, tendenti alla depressione, all’inerzia e all’inazione. Tali debolezze caratteriali ci inducono a comportamenti compulsivi, i cosiddetti “vizi”, ai quali ci dedichiamo pur sapendo che sono dannosi per la nostra salute (esempio più comune è il fumo). Questa contraddizione tra desiderio e azione genera il circolo vizioso dei sensi di colpa.

Quando, al contrario, il canale sinistro è in condizioni ottimali percepiamo una sottile gioia d’esistere, un’amorevolezza spontanea e distaccata per tutti, che si traduce in generosità: in particolare, la nostra innocenza ci conferisce una serena autostima.

Dal punta di vista degli elementi, il lato sinistro corrisponde all’acqua. Non a caso, quando eccediamo nell’energia e negli atteggiamenti di lato sinistro l’acqua trabocca letteralmente dal nostro corpo, sotto forma di lacrime. Essendo il canale umido (acqua) e buio (Luna), il lato sinistro trova conforto ed equilibrio nel fuoco. Esso illumina l’oscurità e brucia le energie in eccesso: consigliamo, però, di utilizzarlo solo sul lato sinistro, poiché il lato destro è già energeticamente collegato al fuoco, e ha quindi bisogno dell’acqua per equilibrarsi.

Dunque è sufficiente, durante la nostra meditazione, utilizzare la fiamma di una candela e passarla lungo il canale sinistro. Ricordiamo di incrociare all’altezza del chiasma ottico (la nostra fronte) dove i canali si incontrano, fino a raggiungere la  tempia sinistra, sede del Superego. Qualora percepissimo sulle nostre mani dei blocchi distinti collegati a singoli chakra, possiamo direttamente “lavorare” su quel centro energetico facendo ruotare in senso orario la fiamma della candela all’altezza del chakra corrispondente. In questo modo, oltre a bruciare le energie pesanti in eccesso, accompagniamo la Kundalini nel riportare il chakra alla corretta direzione e velocità.